Il facoltoso industriale “lumbàrd” Riccardo Bozzoni (Renzo Montagnani), terrorizzato all'idea di essere rapito, si traveste da poveraccio e si trasferisce a Martina Franca, dove il figlio Carlo (Leo Colonna) frequenta un collegio maschile, animato dalla presenza di una procace insegnante di inglese (Edwige Fenech).

Solita commediaccia con Edwige Fenech che mostra generosamente le proprie grazie, contese dal donnaiolo Bozzoni e dal sensibile figlio, veramente innamorato di lei, mentre sullo sfondo personaggi macchiettistici prendono craniate e spiano dai buchi della serratura. A Montagnani e Lino Banfi, nel ruolo del factotum dell'industriale, sono affidate le due o tre battute simpatiche del film, mentre il resto scorre piatto tra seni, flatulenze e gag triviali dominate da Alvaro Vitali. La versione arrabattata dell'Otello, nel finale, strappa uno stanco sorriso, mentre anche Gianfranco d'Angelo (il professore di ginnastica), si confonde nel marasma generale di noia e volgarità.
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