Adèle (Valérie Donzelli), dopo essere stata lasciata da Mathieu (Jérémie Elkaïm), l'amore della sua vita, cade in uno stato di profonda depressione. Una condizione comatosa apparentemente senza ritorno, di fronte alla quale l'unica soluzione sarebbe tentare di aprirsi a un nuovo amore...

Esordio nel lungometraggio della regista francese Valérie Donzelli, La reine des pommes parla di amore con toni accesi e senza compromessi, tentando di radiografare un sentimento che può indirizzarsi con estrema facilità verso territori angosciosi. L'approccio registico e la caratura della messa in scena, però, sono troppo esili e fluttuanti e la regista pare volersi fare scudo di un'evanescenza posticcia per immergere i propri personaggi e la propria idea di cinema in una bolla di soffuso e ovattato distacco. Un miraggio, quest'ultimo, che pare essere l'unico obiettivo di un'operetta impalpabile e dimenticabile, che parla di ossessione senza restituirne le forme accecanti e perverse, ed esibendo oltretutto una fisionomia chic tanto artefatta quanto respingente, che mette da parte qualsiasi margine di coinvolgimento. Presentato al Festival di Locarno.
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