Main dans la main
Main dans la main
Durata
81
Formato
Regista
Lo skateboarder Joachim Fox (Jérémie Elkaïm) lavora in un piccolo negozio, mentre Héléne Marchal (Valérie Lemercier) è a capo di una scuola di ballo. Un lavoro da svolgere insieme, legato a uno specchio, farà esplodere l'attrazione tra i due.
La sensibilità musicale delle immagini e delle regie di Valérie Donzelli, lanciatissima autrice del cinema francese, non è mai stata in discussione e anche Main dans la main conferma la spiccata vocazione dell'autrice francese all'intermezzo sognante, ancor meglio se pesantemente coreografato. In questo caso si fatica non poco a rintracciare, in un'opera tanto sensibile e delicata quanto fragile e leziosa, una ragion d'esistere che vada l'oltre l'esibizione di un gusto estetico raffinato ma inevitabilmente ristagnante. Il risultato finale è un film solo a tratti gradevole e il più delle volte senza scopo e senza spina dorsale, fatalmente ripiegato su se stesso, con isolatissimi momenti salvabili e qualche punta d'imbarazzo. Valérie Donzelli e Jérémie Elkaïm, che nel frattempo non stanno più insieme nella vita reale, dopo La guerra è dichiarata (2011) si confermano affiatati e complici sullo schermo ma la loro intesa non è sufficiente, in questo caso, a galvanizzare e ad elevare la piccolezza di un cinema davvero troppo impegnato a guardarsi l'ombelico per muovere dei passi autonomi e sicuri. Presentato in concorso al Festival di Roma, dove Elkaïm si è aggiudicato il premio come miglior attore.
La sensibilità musicale delle immagini e delle regie di Valérie Donzelli, lanciatissima autrice del cinema francese, non è mai stata in discussione e anche Main dans la main conferma la spiccata vocazione dell'autrice francese all'intermezzo sognante, ancor meglio se pesantemente coreografato. In questo caso si fatica non poco a rintracciare, in un'opera tanto sensibile e delicata quanto fragile e leziosa, una ragion d'esistere che vada l'oltre l'esibizione di un gusto estetico raffinato ma inevitabilmente ristagnante. Il risultato finale è un film solo a tratti gradevole e il più delle volte senza scopo e senza spina dorsale, fatalmente ripiegato su se stesso, con isolatissimi momenti salvabili e qualche punta d'imbarazzo. Valérie Donzelli e Jérémie Elkaïm, che nel frattempo non stanno più insieme nella vita reale, dopo La guerra è dichiarata (2011) si confermano affiatati e complici sullo schermo ma la loro intesa non è sufficiente, in questo caso, a galvanizzare e ad elevare la piccolezza di un cinema davvero troppo impegnato a guardarsi l'ombelico per muovere dei passi autonomi e sicuri. Presentato in concorso al Festival di Roma, dove Elkaïm si è aggiudicato il premio come miglior attore.