Retribution
Sakebi
Durata
104
Formato
Regista
Indagando sul misterioso omicidio di una donna vestita di rosso, il detective Yoshioka (Kji Yakusho) scopre inquietanti indizi che lo portano a sospettare di se stesso. Per venire a capo dell'enigma sarà costretto a fare i conti con i fantasmi del suo passato.
Fiacco lungometraggio diretto da un poco ispirato Kiyoshi Kurosawa che, avendo aderito al progetto J-Horror Theater di Takashige Ichise (sei horror per altrettanti registi), si limita a rifare se stesso in una riproposizione meccanica e annacquata dei suoi temi più noti (qui, su tutti, solitudine, identità e rinascita). Dopo una buona partenza che ricorda le atmosfere inquiete e disturbanti del suo Cure (1997), Kurosawa svela troppo presto le carte in tavola e, col ricorso alla figura soprannaturale dell'onry (lo spirito vendicativo giapponese già protagonista di tante pellicole), porta la narrazione a incanalarsi lungo le coordinate di un più classico prodotto del genere sacrificando le ambigue atmosfere iniziali e scivolando in un fastidioso didascalismo nella preoccupazione di esplicitare quanto altre volte aveva solo suggerito.
Fiacco lungometraggio diretto da un poco ispirato Kiyoshi Kurosawa che, avendo aderito al progetto J-Horror Theater di Takashige Ichise (sei horror per altrettanti registi), si limita a rifare se stesso in una riproposizione meccanica e annacquata dei suoi temi più noti (qui, su tutti, solitudine, identità e rinascita). Dopo una buona partenza che ricorda le atmosfere inquiete e disturbanti del suo Cure (1997), Kurosawa svela troppo presto le carte in tavola e, col ricorso alla figura soprannaturale dell'onry (lo spirito vendicativo giapponese già protagonista di tante pellicole), porta la narrazione a incanalarsi lungo le coordinate di un più classico prodotto del genere sacrificando le ambigue atmosfere iniziali e scivolando in un fastidioso didascalismo nella preoccupazione di esplicitare quanto altre volte aveva solo suggerito.