
Return to Montauk
Rückkehr nach Montauk
Durata
106
Formato
Regista
Affermato scrittore sulla sessantina, Max Zorn (Stellan Skarsgård) si sposta dall'Europa a New York per presentare il suo ultimo romanzo, che ripercorre il grande amore scoccato diversi anni prima per Rebecca (Nina Hoss), ora avvocato di successo a Manhattan. I due si incontrano di nuovo e decidono di trascorrere alcuni giorni a Montauk, nido d'amore che riporta alla memoria le emozioni di un tempo.
Sulla base di una co-produzione internazionale che coinvolge Germania, Francia e Irlanda, Volker Schlöndorff, classe 1939, ha portato sullo schermo una storia d'amore (mancato) decisamente impacciata e dispersiva, che prova ad affrontare l'interessante discorso del rapporto realtà-finzione senza però arrivare a un risultato finale sufficiente. Il sentimento idealizzato del protagonista non è mai sostenuto da scelte di regia o di scrittura adeguate, l'empatia tra Max e Rebecca, in teoria l'amore della sua vita, è ai minimi storici, il personaggio della moglie di lui (Susanne Wolff), contraltare concreto al suo "sogno", passa sulla scena senza lasciare traccia. Attori spaesati quando non completamente fuori parte, in un inutile quadretto sentimentale che si attesta su livelli di preoccupante stucchevolezza quando gli ex amanti si rivedono nuovamente. Un limite di non poco conto. Presentato generosamente in concorso alla Berlinale 2017.
Sulla base di una co-produzione internazionale che coinvolge Germania, Francia e Irlanda, Volker Schlöndorff, classe 1939, ha portato sullo schermo una storia d'amore (mancato) decisamente impacciata e dispersiva, che prova ad affrontare l'interessante discorso del rapporto realtà-finzione senza però arrivare a un risultato finale sufficiente. Il sentimento idealizzato del protagonista non è mai sostenuto da scelte di regia o di scrittura adeguate, l'empatia tra Max e Rebecca, in teoria l'amore della sua vita, è ai minimi storici, il personaggio della moglie di lui (Susanne Wolff), contraltare concreto al suo "sogno", passa sulla scena senza lasciare traccia. Attori spaesati quando non completamente fuori parte, in un inutile quadretto sentimentale che si attesta su livelli di preoccupante stucchevolezza quando gli ex amanti si rivedono nuovamente. Un limite di non poco conto. Presentato generosamente in concorso alla Berlinale 2017.