Supervixens
Supervixens
Durata
106
Formato
Regista
SuperAngelica (Shari Eubank) viene brutalmente uccisa dal poliziotto Harry (Charles Napier), che tenta di dirottare le accuse sul compagno della donna, Clint (Charles Pitts). Quest'ultimo fugge, ed entra in contatto con molteplici figure femminili giunoniche e sessualmente voraci: quando incontra SuperVixen, straordinariamente simile alla fidanzata defunta, dovrà fare i conti con il diabolico Harry.
Divertissement forsennato e a suo modo generativo, Supervixens incarna la summa delle priorità del suo autore, Russ Meyer: violenza su donne che trovano la maniera – in questo caso vieppiù spirituale – di trovar vendetta; sesso a volontà; amazzoni lubriche; uomini tartassati da tale vigore muliebre. Incarna però, va riportato, anche i difetti lampanti del cinema di Meyer: inevitabili prevedibilità; interpreti non sempre all'altezza; un'autoreferenzialità godibile ma non sempre efficace. È per questo che il cartoonesco Supervixens, tra rievocazioni nazi e doppelganger fulminanti, non funziona. Meyer, i suoi protagonisti e i suoi racconti sono documento importante per avvicinarsi a un'epoca quale quella dei Seventies, ma spesso la superficialità del risultato finale rende pan per pariglia anche alle sue più nobili intenzioni. Formidabile Shari Eubank, con cui il regista ebbe una relazione e che dopo questo film – il primo, per lei – avrebbe abbandonato il mondo del cinema (eccezion fatta per Chesty Anderson U.S. Navy, 1976, di Ed Forsyth).
Divertissement forsennato e a suo modo generativo, Supervixens incarna la summa delle priorità del suo autore, Russ Meyer: violenza su donne che trovano la maniera – in questo caso vieppiù spirituale – di trovar vendetta; sesso a volontà; amazzoni lubriche; uomini tartassati da tale vigore muliebre. Incarna però, va riportato, anche i difetti lampanti del cinema di Meyer: inevitabili prevedibilità; interpreti non sempre all'altezza; un'autoreferenzialità godibile ma non sempre efficace. È per questo che il cartoonesco Supervixens, tra rievocazioni nazi e doppelganger fulminanti, non funziona. Meyer, i suoi protagonisti e i suoi racconti sono documento importante per avvicinarsi a un'epoca quale quella dei Seventies, ma spesso la superficialità del risultato finale rende pan per pariglia anche alle sue più nobili intenzioni. Formidabile Shari Eubank, con cui il regista ebbe una relazione e che dopo questo film – il primo, per lei – avrebbe abbandonato il mondo del cinema (eccezion fatta per Chesty Anderson U.S. Navy, 1976, di Ed Forsyth).