Il cliente

Forushande

Premi Principali

Oscar al miglior film straniero 2017

Anno

Paese

Generi

Durata

125

Formato

Regista

Costretti a cambiare dimora a causa di pericolosi lavori in corso nel loro palazzo, Emad (Shahab Hosseini) e Rana (Taraneh Alidoosti) si trasferiscono in un appartamento nel centro di Teheran. Qui le loro vite verranno scosse da un aggressore legato alla precedente padrona di casa.

A tre anni di distanza da Il passato (2013), Asghar Farhadi si cimenta in un nuovo dramma intimo e minimalista, capace di toccare con sapienza le corde giuste, pur risultando meno convincente e dinamico rispetto ai suoi due lungometraggi immediatamente precedenti. Impostando la narrazione su uno scheletro drammaturgico ormai consolidato, nel quale l'autore ha già dimostrato di trovarsi perfettamente a suo agio, Il cliente conduce lo spettatore in un labirinto in cui la verità fatica a venire a galla fino alla fine. Tra bugie, sensi di colpa, vendette e accuse, l'opera funziona nella sua componente più superficiale, incalzando il pubblico minuto dopo minuto e disorientandolo grazie a una sceneggiatura intricata ma ben calibrata, premiata a Cannes così come l'attore protagonista Hosseini. Il parallelismo tra la vita reale e la messa in scena teatrale portata avanti dai protagonisti riesce a moltiplicare ulteriormente la sensazione di una certezza precaria e instabile in cui, poco alla volta, incappano tutti i personaggi, costretti a un'esistenza continuamente a cavallo tra la finzione drammaturgica (che non lascia spazio a imprevisti o scelte improvvisate) e la cruda realtà (in cui invece è il dubbio a condizionare qualsivoglia decisione intrapresa quasi istintivamente). Il regista iraniano osserva tutto con sguardo freddo e neutrale, senza voler suggerire la minima presa di posizione e lasciando che sia lo spettatore a giudicare. Ciò che funziona solo in parte, però, è l'apparato cinematografico adottato, meno avvolgente o sorprendente che in altri casi (nonostante i primissimi minuti in cui la maestria dell'autore è sicuramente accentuata) e ostacolato ulteriormente da un primo atto introduttivo leggermente ridondante e non sempre efficace. Eccellente, invece, la parte conclusiva. Oscar come miglior film straniero.
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