Sei gradi di separazione
Six Degrees of Separation
Durata
112
Formato
Regista
Due ricchi newyorkesi (Donald Sutherland e Stockard Channing) si ritrovano una sera in casa il giovane Paul (Will Smith), ferito e senza soldi, che si spaccia come un amico dei figli. Affascinati dallo charme del ragazzo, scopriranno presto che non è chi dice di essere.
Una teoria sociologica afferma che ogni essere umano sul pianeta è raggiungibile attraverso un massimo di sei gradi di conoscenze dirette; il personaggio di Will Smith trova il modo di accorciare i passaggi per entrare nella vita di altre persone, per vivere per un po' come se avesse una famiglia e una distinzione sociale. Tratto da un'opera teatrale di John Guare (che firma anche lo script), il film è un thriller senza assassini, un dramma che attraversa, senza andare mai davvero in profondità, temi importanti come il ruolo della società nella percezione di un individuo, il rapporto sfilacciato tra genitori e figli, la vacuità e l'apparenza dell'alta borghesia americana. La sceneggiatura si perde a volte in ridondanze, anche se azzecca vari dialoghi (memorabile il monologo di Paul su Il giovane Holden), mentre la sovrapposizione dei piani temporali (montaggio di Peter Honess) è pregevolmente ambigua. Ottime prove d'attore: Stockard Channing ottenne una nomination agli Oscar, Will Smith, all'epoca protagonista della famosa sit-com Willy, il principe di Bel Air (1990-96), supera la prova del primo ruolo da protagonista drammatico e si lancia definitivamente verso una carriera da superstar. Cameo del futuro regista e sceneggiatore J.J. Abrams (Doug). Musiche di Jerry Goldsmith.
Una teoria sociologica afferma che ogni essere umano sul pianeta è raggiungibile attraverso un massimo di sei gradi di conoscenze dirette; il personaggio di Will Smith trova il modo di accorciare i passaggi per entrare nella vita di altre persone, per vivere per un po' come se avesse una famiglia e una distinzione sociale. Tratto da un'opera teatrale di John Guare (che firma anche lo script), il film è un thriller senza assassini, un dramma che attraversa, senza andare mai davvero in profondità, temi importanti come il ruolo della società nella percezione di un individuo, il rapporto sfilacciato tra genitori e figli, la vacuità e l'apparenza dell'alta borghesia americana. La sceneggiatura si perde a volte in ridondanze, anche se azzecca vari dialoghi (memorabile il monologo di Paul su Il giovane Holden), mentre la sovrapposizione dei piani temporali (montaggio di Peter Honess) è pregevolmente ambigua. Ottime prove d'attore: Stockard Channing ottenne una nomination agli Oscar, Will Smith, all'epoca protagonista della famosa sit-com Willy, il principe di Bel Air (1990-96), supera la prova del primo ruolo da protagonista drammatico e si lancia definitivamente verso una carriera da superstar. Cameo del futuro regista e sceneggiatore J.J. Abrams (Doug). Musiche di Jerry Goldsmith.