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Michael Moore penetra nel mondo della sanità americana per mostrarne le falle e le assurdità: 45 milioni di cittadini non possono permettersi le cure perché, negli Stati Uniti, il sistema sanitario è a pagamento.
Archiviato il feroce atto d'accusa contro l'amministrazione Bush del post 11 Settembre, manifestato in Fahrenheit 9/11 (2004), il documentarista Michael Moore realizza una pellicola dagli intenti decisamente meno schierati e più obiettivi. Sicko, infatti, si promette di discutere il sistema sanitario statunitense nella sua essenza, analizzandone le incongruenze e paragonandolo alla struttura dell'assistenza medica di altri Paesi meno sviluppati (Cuba, ad esempio). Accompagnando il tutto con la solita pungente ironia (la scena con l'elenco che omaggia la saga di Guerre stellari in primis), il regista riesce a far appassionare alla causa, nonostante il lavoro a tratti soffra di argomentazioni piuttosto semplicistiche mirate a condurre lo spettatore verso la verità che Moore vuole costruire (paragonando il sistema sanitario americano con quello francese o inglese, il cineasta lavora in maniera piuttosto idealizzata cercando di dimostrare come altrove tutto funzioni alla perfezione, cosa alquanto improbabile). Avvalendosi sempre di un ricco materiale di repertorio ricercato a lungo tra interviste, articoli e dati statistici, il documentario convince e funziona, consolidando il talento del suo autore. Nomination agli Oscar come miglior documentario.
Archiviato il feroce atto d'accusa contro l'amministrazione Bush del post 11 Settembre, manifestato in Fahrenheit 9/11 (2004), il documentarista Michael Moore realizza una pellicola dagli intenti decisamente meno schierati e più obiettivi. Sicko, infatti, si promette di discutere il sistema sanitario statunitense nella sua essenza, analizzandone le incongruenze e paragonandolo alla struttura dell'assistenza medica di altri Paesi meno sviluppati (Cuba, ad esempio). Accompagnando il tutto con la solita pungente ironia (la scena con l'elenco che omaggia la saga di Guerre stellari in primis), il regista riesce a far appassionare alla causa, nonostante il lavoro a tratti soffra di argomentazioni piuttosto semplicistiche mirate a condurre lo spettatore verso la verità che Moore vuole costruire (paragonando il sistema sanitario americano con quello francese o inglese, il cineasta lavora in maniera piuttosto idealizzata cercando di dimostrare come altrove tutto funzioni alla perfezione, cosa alquanto improbabile). Avvalendosi sempre di un ricco materiale di repertorio ricercato a lungo tra interviste, articoli e dati statistici, il documentario convince e funziona, consolidando il talento del suo autore. Nomination agli Oscar come miglior documentario.
