Gli intrighi del potere – Nixon
Nixon
Durata
192
Formato
Regista
Ascesa e declino di Richard Nixon (Anthony Hopkins), giovanissimo politico che divenne presidente degli Stati Uniti d'America nel 1968 e che nel 1972 si trovò al centro del celeberrimo scandalo Watergate.
Dopo aver lavorato sulla figura di un altro presidente americano nel precedente JFK – Un caso ancora aperto (1991), Oliver Stone prova a indagare il controverso personaggio di Richard Nixon, trattandolo come se fosse al centro di una tragedia greca. Nel corso del film, infatti, il protagonista dovrà vedersela con il senso di colpa, l'ambizione, il confronto opprimente con Kennedy, la responsabilità delle proprie scelte e un lato oscuro molto invadente che lo trascinerà pian piano in una spirale decadente da cui non riuscirà più a uscire. Le premesse sono molto interessanti, ma il film non riesce mai a svettare a causa della sua indecisione narrativa. Stone oscilla troppo tra l'indagine sulla personalità del presidente e il racconto, affrontato con piglio quasi documentaristico, delle vicende storiche. Così facendo, però, lo spettatore rischia di perdere il filo del discorso (venendo disorientato anche dagli eccessivi flashback) e il film non riesce ad approfondire quanto dovrebbe le ambiguità del personaggio. Anthony Hopkins spicca per la sua bravura e la sua somiglianza con il presidente. Quattro nominations agli Oscar: attore protagonista, attrice non protagonista (Joan Allen nel ruolo della moglie Pat), colonna sonora e sceneggiatura originale.
Dopo aver lavorato sulla figura di un altro presidente americano nel precedente JFK – Un caso ancora aperto (1991), Oliver Stone prova a indagare il controverso personaggio di Richard Nixon, trattandolo come se fosse al centro di una tragedia greca. Nel corso del film, infatti, il protagonista dovrà vedersela con il senso di colpa, l'ambizione, il confronto opprimente con Kennedy, la responsabilità delle proprie scelte e un lato oscuro molto invadente che lo trascinerà pian piano in una spirale decadente da cui non riuscirà più a uscire. Le premesse sono molto interessanti, ma il film non riesce mai a svettare a causa della sua indecisione narrativa. Stone oscilla troppo tra l'indagine sulla personalità del presidente e il racconto, affrontato con piglio quasi documentaristico, delle vicende storiche. Così facendo, però, lo spettatore rischia di perdere il filo del discorso (venendo disorientato anche dagli eccessivi flashback) e il film non riesce ad approfondire quanto dovrebbe le ambiguità del personaggio. Anthony Hopkins spicca per la sua bravura e la sua somiglianza con il presidente. Quattro nominations agli Oscar: attore protagonista, attrice non protagonista (Joan Allen nel ruolo della moglie Pat), colonna sonora e sceneggiatura originale.