Sister
L'enfant d'en haut
Durata
97
Formato
Regista
Simon (Kacey Mottet Klein), dodici anni, vive in Svizzera con la sorella Louise (Léa Seydoux), che il ragazzino mantiene rubando attrezzatura sciistica dai rifugi in quota e rivendendola a prezzo ridotto. La ragazza è egoista, incapace di conservare un lavoro, sempre presa dai suoi uomini e non ha tempo da dedicare al fratello, che tuttavia la ama incondizionatamente. Ma c'è un segreto tra i due.
Curioso vedere un dramma familiare della povertà ambientato in Svizzera, una terra dove idealmente non esistono problemi sociali ed economici, qui invece rappresentata con enormi divari di ceto tra chi vive nelle case popolari, come i due protagonisti, cercando disperatamente di stare a galla e i borghesi che frequentano le piste più esclusive. Il rapporto tra Simon e Louise è difficile, spigoloso, irto di frustrazioni represse, per nulla consolante nemmeno nel finale, lasciato aperto, e inscritto in un paesaggio che fa da correlativo-oggettivo alla loro situazione disagiata, con le classi agiate che letteralmente sovrastano dalle cime innevate le case popolari dove i due vivono. Intensissima l'interpretazione del giovane Mottet Klein, già presente anche nel precedente film della Meier, ma non è da meno la prova della bella e tormentata Seydoux. Le ingenuità (come qualche forzatura melodrammatica) si lasciano perdonare, grazie alla solida scrittura, che ha però il limite di dilungarsi troppo nelle spedizioni del piccolo Simon in alta quota. Orso d'argento al Festival di Berlino.
Curioso vedere un dramma familiare della povertà ambientato in Svizzera, una terra dove idealmente non esistono problemi sociali ed economici, qui invece rappresentata con enormi divari di ceto tra chi vive nelle case popolari, come i due protagonisti, cercando disperatamente di stare a galla e i borghesi che frequentano le piste più esclusive. Il rapporto tra Simon e Louise è difficile, spigoloso, irto di frustrazioni represse, per nulla consolante nemmeno nel finale, lasciato aperto, e inscritto in un paesaggio che fa da correlativo-oggettivo alla loro situazione disagiata, con le classi agiate che letteralmente sovrastano dalle cime innevate le case popolari dove i due vivono. Intensissima l'interpretazione del giovane Mottet Klein, già presente anche nel precedente film della Meier, ma non è da meno la prova della bella e tormentata Seydoux. Le ingenuità (come qualche forzatura melodrammatica) si lasciano perdonare, grazie alla solida scrittura, che ha però il limite di dilungarsi troppo nelle spedizioni del piccolo Simon in alta quota. Orso d'argento al Festival di Berlino.