Un serial killer (Marc Barbé) segue il tour de france in macchina stuprando e uccidendo le donne che incontra. Una ragazza psicologicamente confusa (Elina Löwensohn) si innamora di lui e lo segue insieme a una sua amica (Géraldine Voillat).

Uno dei primi e più noti film appartenenti alla corrente di un nuovo cinema francese estremo e radicale, il cui più celebre esponente è Gaspar Noé,. Uno scandaloso ritratto psicologico di un personaggio poco affascinante o innovativo, ma portato sullo schermo con uno stile che sembra puntare a un premeditato quanto forzatissimo shock celato dietro a immagini deformate, lampi di violenza ferina, suoni e rumori inquietanti: dopo un inizio criptico e misterioso, Grandrieux, grazie a una macchina da presa tremolante e a figure umane immobili su fondali mobili (o viceversa), sembra voler turbare lo spettatore con la sua concezione di cinema in cui è difficile capire su cosa concentrare l'attenzione. Durante la maggior parte del tempo, tuttavia, è anche difficile capire il perché dell'intera operazione o dove risieda il fascino oltre la provocazione. Il risultato è sterile e povero d'idee.
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