Due corpi nudi (Jean-Nicolas Dafflon e Hélène Rocheteau) si muovono in una foresta buia, intessendo un ambiguo contatto.

Con White Epilepsy, Philippe Grandrieux si dedica finalmente al cinema sperimentale puro, senza però abbandonare la componente erotica che ha sempre contraddistinto il suo cinema. C'è un'attenzione quasi morbosa e ossessiva verso i soggetti nudi che si muovono nel film, i cui movimenti non hanno mai scopo narrativo, impegnati in una danza ambigua a metà tra la lotta e l'amplesso. È un'opera quasi impressionista: le figure umane mutano e si fondono tra loro e le ombre sulla pelle diventano macchie eteree. Ma la mancanza di una linea narrativa rende la visione adatta solo agli appassionati della videoarte e della sperimentazione. Per tutti gli altri, meglio lasciar perdere.
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