Danny Winters (Jeremy Irvine), giovane originario di una piccola cittadina dell'Indiana, vede la sua vita sconvolta quando rivela alla famiglia e alla comunità la sua omosessualità. Costretto a scappare dal suo paese alla volta di New York, viene accolto dai giovani ragazzi di strada che gravitano intorno allo Stonewall Inn, storico locale nel Village.



Dal simbolico lancio di un mattone, il 28 giugno del 1969 tantissimi giovani gay, lesbiche, drag queen e transessuali scriveranno la storia dei diritti civili, dando vita al movimento per l'uguaglianza che si diffonderà in tutto il mondo e che, ancora oggi, continua a lottare contro le discriminazioni di genere: Roland Emmerich parte da quel fatto storico e da questo assunto per dirigere un indigesto polpettone, che non migliora la qualità dei suoi pessimi blockbuster. Seppur distante da effetti speciali e budget giganteschi, il regista tedesco tratta l’importante tema di base con una superficialità disarmante, anche a causa di un copione (firmato da Jon Robin Baetz) grossolano e perfino pedestre. Dialoghi privi di nerbo, personaggi stereotipati, attori fuori parte e incolori: tutto concorre all’imbarazzante risultato finale. Con un soggetto del genere, fare di peggio era praticamente impossibile.
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