Independence Day – Rigenerazione

Dopo l’attacco sferrato dagli alieni nel 1996, l’umanità ha sempre saputo che gli extraterrestri un giorno sarebbero tornati: per prepararsi a una nuova invasione, le nazioni della Terra si sono unite nel creare un programma di protezione globale, utilizzando proprio le tecnologie aliene. Vent’anni dopo, però, un attacco extraterrestre senza precedenti farà rischiare l’estinzione al genere umano. Per salvarlo, dovranno battersi alcuni uomini e donne coraggiosi, tra cui l’ex presidente Whitmore (Bill Pullman) e sua figlia Patricia (Maika Monroe).

Sequel di Independence Day (1996), il film procede pedissequamente lungo la traccia delle azioni avvenute nel primo capitolo: sono passati vent’anni, ma le dinamiche di scontro tra alieni e terrestri sono simili e si ritrovano diversi personaggi del lungometraggio originale. Grande spreco di effetti speciali, come si evince soprattutto nelle spettacolari sequenze in cui il “mondo si ribalta” a causa della gravità, ma oltre a un sufficiente apparato visivo non c’è altro da segnalare positivamente: il pigro copione è tanto banale quanto pedestre, incapace di far appassionare alla vicenda e tutto giocato su battutone a effetto e sterili colpi di scena. Tutto sa di già visto, ogni passaggio è telefonato e la frase conclusiva che apre a un terzo capitolo esplicita l’intenzione di trasformare un vecchio campione di incassi nell’ennesimo, sterile franchise. Un kolossal di cui non si sentiva alcun bisogno, pienamente rispondente allo stile blockbuster americano, ma privo della minima pretesa autoriale che farà felici soltanto i massimi detrattori del cinema ad alto budget hollywoodiano.