Sul finire dell'Ottocento, Martha (Juliet Aubrey) si reca al fronte a salutare il fratello e s'innamora di un suo sottoposto, Peter (Ciaran Hinds), ma la loro relazione è ostacolata. Durante la Seconda guerra mondiale, due musicisti si amano, ma il loro rapporto si complica, mentre ai giorni nostri Naty (Natalia Piatti) va a salutare un coetaneo (Giuseppe Faraso) in coma.

Giacomo Campiotti prova ad affrontare il tema dell'amore dimostrando come sia la forza che può battere qualsiasi avversità e, per farlo, definisce tre storie diverse per punti di vista e ambientazioni, ma legate fra loro per il messaggio da veicolare. Il risultato, però, è convenzionale, stretto tra maglie troppo limitanti, tracciate da racconti superficiali che si accontentano di suggerire e non di osservare analiticamente l'argomento trattato, limiti ai quali si aggiunge una regia banale e poco ambiziosa, che preferisce muoversi su un piano televisivo di facile approccio. Il risultato è un lavoro sfilacciato, in cui il legante viene presto meno, cedendo il passo alla noia.
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