Tragedia di prostitute
Dirnentragödie
Durata
105
Formato
Regista
Auguste (Asta Nielsen), una prostituta ormai lontana dal fiore degli anni, protegge un giovane borghese (Werner Pittschau) con cui spera di rifarsi una vita. Le cose andranno diversamente: il ragazzo finisce tra le braccia di una prostituta più giovane e Auguste decide di vendicarsi.
Classico esempio di film della Nuova Oggettività, filone inaugurato qualche anno prima da La strada (1923) di Karl Grune. È l'ultimo lungometraggio, e il più noto, di Bruno Rahn, regista che dimostra qui una notevole competenza tecnica: la macchina da presa si muove fluida e rimane sempre vicino ai personaggi. Una scelta capace di rendere al meglio l'atmosfera cupa e claustrofobica della situazione: le ombre prendono vita seguendo la filosofia espressionista e si trasformano in sagome minacciose e deformate, allo stesso tempo angosciose e affascinanti. Lo si può leggere anche come un attacco all'ipocrisia borghese, ma il film è soprattutto un bignami delle sperimentazioni linguistiche sviluppatesi in Germania nel corso degli anni Venti. Impressionante prova di Asta Nielsen, grande diva del cinema degli anni Dieci ormai in declino.
Classico esempio di film della Nuova Oggettività, filone inaugurato qualche anno prima da La strada (1923) di Karl Grune. È l'ultimo lungometraggio, e il più noto, di Bruno Rahn, regista che dimostra qui una notevole competenza tecnica: la macchina da presa si muove fluida e rimane sempre vicino ai personaggi. Una scelta capace di rendere al meglio l'atmosfera cupa e claustrofobica della situazione: le ombre prendono vita seguendo la filosofia espressionista e si trasformano in sagome minacciose e deformate, allo stesso tempo angosciose e affascinanti. Lo si può leggere anche come un attacco all'ipocrisia borghese, ma il film è soprattutto un bignami delle sperimentazioni linguistiche sviluppatesi in Germania nel corso degli anni Venti. Impressionante prova di Asta Nielsen, grande diva del cinema degli anni Dieci ormai in declino.