Il venerabile W.
Le Vénérable W.
Durata
100
Formato
Regista
Wirathu, maestro buddista birmano e popolare monaco, predica l’odio contro l’Islam e incita al massacro del popolo musulmano dei Rohingya. Le sue parole sono il motivo principe dell’odio atavico che fin dagli anni ’70 investe i musulmani in Myanmar.
Il regista Barbet Schroeder affronta dei nodi molto controversi della contemporaneità in questo documentario d’impatto incentrato su una figura scivolosa e ambigua, che a dispetto del pacifismo di cui è notoriamente ammantato il Buddhismo, culto che lui stesso rappresenta in prima persona, si è lasciato andare in maniera estremamente naturale a delle dichiarazioni d’intolleranza dagli echi tutt’altro che indifferenti. Il risultato è un’indagine lucida e dai tratti crudi e razionali, non di rado impietosa. Un’operazione senz’altro programmatica nello scoperto intento dimostrativo ma capace, soprattutto attraverso un dialogo-intervista esclusivo con lo stesso Wirathu e l’ottimo lavoro su immagini precarie e a bassa definizione, di comporre un puzzle di punti di vista agghiacciante e che non può e non deve lasciare indifferenti. Proiezione speciale al Festival di Cannes 2018.
Il regista Barbet Schroeder affronta dei nodi molto controversi della contemporaneità in questo documentario d’impatto incentrato su una figura scivolosa e ambigua, che a dispetto del pacifismo di cui è notoriamente ammantato il Buddhismo, culto che lui stesso rappresenta in prima persona, si è lasciato andare in maniera estremamente naturale a delle dichiarazioni d’intolleranza dagli echi tutt’altro che indifferenti. Il risultato è un’indagine lucida e dai tratti crudi e razionali, non di rado impietosa. Un’operazione senz’altro programmatica nello scoperto intento dimostrativo ma capace, soprattutto attraverso un dialogo-intervista esclusivo con lo stesso Wirathu e l’ottimo lavoro su immagini precarie e a bassa definizione, di comporre un puzzle di punti di vista agghiacciante e che non può e non deve lasciare indifferenti. Proiezione speciale al Festival di Cannes 2018.