Il giovane Olivier (Gérard Depardieu), ladruncolo occasione, conosce Ariane (Bulle Ogier), dominatrice professionista che sottopone i suoi clienti a pratiche bondage. Tra i due nasce una relazione turbolenta, complicata dall'attività della donna.

Quarant'anni prima che Cinquanta sfumature di grigio (Sam Taylor-Johnson, 2015) e la relativa saga letteraria annacquassero l'universo BDSM in una storiella d'amore mainstream, Barbet Schroeder lo ha raccontato in un film-scandalo che mirava a essere soprattutto analisi della psiche umana e del rapporto di coppia. Al di là dello shock visivo, però, una messa in scena piuttosto banale non aiuta a empatizzare con la maîtresse di Bulle Ogier (da intendere non nel senso di prostituta ma di “padrona”), né con l'Olivier di Depardieu, anch'egli personaggio tutt'altro che gradevole. Ancora oggi, in ogni caso, alcune scene risultano molto disturbanti, vedi la sequenza della perforazione fallica filmata senza stacchi, in una ricerca di realismo che portò addirittura alla presenza sul set di una vera dominatrix (chiamata a fare da controfigura alla Ogier) e di autentici praticanti di tecniche sadomaso, nei ruoli dei clienti. Gli spunti interessanti non mancano, ma pesa una certa ridondanza narrativa e troppi momenti sanno un po' di maniera.
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