Pakistan, città di Karachi, gennaio del 2002. Il giornalista statunitense Daniel Pearl (Dan Futterman), corrispondente del Wall Street Journal, lascia la propria abitazione per tenere un'importante intervista e non vi fa più ritorno. La moglie Mariane (Angelina Jolie) si batte strenuamente per conoscere la verità dei fatti, mentre una tragica rivelazione l'attende. Pellicola di denuncia realizzata su un soggetto tratto da libro omonimo di Mariane Pearl, a memoria dei fatti inerenti alla scomparsa del marito Daniel, rapito in Pakistan dai fondamentalisti islamici poiché erroneamente ritenuto un agente della CIA. Dopo un discreto avvio, la narrazione (alternata tra presente e numerosi flashback volti a ricostruire la successione degli eventi) perde subito di ritmo, trascinandosi sino a un finale nelle intenzioni carico di pathos, ma afflitto da prevedibilità e retorica. Sulla scorta del suo Benvenuti a Sarajevo (1997), Michael Winterbottom torna a unire fiction e attualità storico/cronachistica; ma la coerenza tematica e stilistica non premia il risultato finale, in bilico fra i due aspetti senza risultare convincente. Angelina Jolie (candidata a un Golden Globe) fa del suo meglio per aderire, anche dal punto di vista fisico, al personaggio di Mariane Pearl, ma la sua prova non si salva dall'anonimato e da un senso di totale estraneità alla caratterizzazione. Sceneggiatura di John Orloff, colonna sonora di Harry Escott e Molly Nyman.