The Bad Batch
The Bad Batch
2016
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Thriller
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Ana Lily Amirpour
Attori
Jason Momoa
Keanu Reeves
Jim Carrey
Diego Luna
Suki Waterhouse
Giovanni Ribisi
Nell’arido Texas battuto dal sole, la giovane Arlen (Suki Waterhouse) viene rapita e mutilata da un gruppo di cannibali. Dopo una fuga disperata nel deserto, si imbatte in una lisergica comunità capeggiata dal misterioso Rockwell (Keanu Reeves); gli incontri con il rude cubano Joe (Jason Momoa) e con la di lui figlioletta stravolgeranno i già precari equilibri. Dopo il buon successo di critica ottenuto con il lungometraggio d’esordio A Girl Walks Home Alone at Night (2014), l’iraniana Ana Lily Amirpour scrive e dirige uno psichedelico e visionario sci-fi movie ambientato in una realtà distopica che ha più di un punto di contatto con quella della serie di Mad Max, trasfigurata però da un’estetica alla Spring Breakers (2012) e da un preciso ricorso alle dinamiche dello slasher anni ’70. Il risultato è un film che getta uno sguardo personale su un Paese mutilato come Arlen, in cui l’American Dream vive solo attraverso i simulacri di una “gloria” ormai lontana (il look da perfetta teen della protagonista, le luci al neon, la musica, gli iconici personaggi mascherati, le bandiere a stelle e strisce ormai logore). Un’opera furbetta che aderisce alle dinamiche pulp in maniera puramente estetizzante e spreca l’altissimo potenziale dell’ambientazione notturna della Dreamland di Rockwell nel momento in cui al fascino dell’immagine si sostituisce una scrittura troppo prevedibile. Le suggestioni visive e sonore, meravigliosamente martellanti nella prima parte, si fanno sempre più pretestuose quando la vicenda diventa un innocuo racconto di rivalsa, e nessuno dei tanti spunti concettuali trova un adeguato compimento. Tante intuizioni ma anche molte (forse troppe) cadute in sede di sceneggiatura. Un irriconoscibile Jim Carrey interpreta il vagabondo Peter, che brucia i dollari per scaldarsi. Ma a colpire nel segno è Jason Momoa, il cui corpo muscoloso e tatuato rimanda a una virilità simpaticamente ridimensionata dalla hit queer Karma Chameleon dei Culture Club. Il titolo si riferisce al “lotto sbagliato” di individui ai margini di cui fa parte anche la protagonista. A sorpresa, Premio Speciale della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2016.
Maximal Interjector
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