Anni Sessanta. Storie di una varia umanità, diretta da Palermo a Milano, si intrecciano su un treno: tra gli altri, lo scrittore Leonardo (Roberto Citran) vuole far pubblicare il proprio romanzo; l'infermiera Margherita (Giuliana De Sio) fugge da cocenti delusioni; Maria (Maria Grazia Cucinotta), ragazza madre, partorisce in viaggio; l'industriale Furio (Ivano Marescotti) coltiva in segreto la relazione con la giovane amante Angelica (Vanessa Gravina).

Pedestre tentativo di rinverdire la commedia corale all'italiana. Il regista Maurizio Ponzi, anche sceneggiatore con Luigi Guarnieri e Melania Gaia Mazzucco, procede sulla scia del buonismo d'accatto, mirando a equilibrare risate e malinconia attraverso il confronto tra un passato di illusione e un futuro di disincanto. Ma le vicende dei singoli personaggi risultano forzate e pretestuose, i dialoghi sono poco credibili e l'approfondimento delle psicologie si colloca al grado zero. Retorica a fiumi e nessun guizzo narrativo: un film fiacco, agonizzante e decisamente superfluo. Stonata Maria Grazia Cucinotta nel doppio ruolo di Maria e Donatella; Marco Leonardi è Fortunato, Giulio Scarpati è il capotreno, Claudio Bigagli è il prete. Musiche di Bruno Zambrini.
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