The Legend of Tarzan
The Legend of Tarzan
2016
Paese
Usa
Genere
Avventura
Durata
109 min.
Formato
Colore
Regista
David Yates
Attori
Alexander Skarsgård
Margot Robbie
Samuel L. Jackson
Christoph Waltz
Djimon Hounsou
Ella Purnell
Jim Broadbent
Casper Crump
Tarzan (Alexander Skarsgård) vive a Londra, dov’è conosciuto con il suo vero nome, insieme alla moglie Jane (Margot Robbie). Su invito del Primo Ministro britannico (Jim Broadbent), decide di partecipare a una spedizione in Congo: quello che non sa è che lo spietato capitano Léon Rom (Christoph Waltz) intende usarlo come merce di scambio, sacrificandolo per convincere il capotribù Mbonga (Djimon Hounsou) a concedergli l’accesso alle miniere.

Ennesima rilettura del mito di Tarzan, il re della giungla, la pellicola di Yates prova a cercare un taglio alternativo, situando l’eroe in un estraneo ambiente borghese inglese (mentre ad esempio in Greystoke – La leggenda di Tarzan il signore delle scimmie del 1984 Tarzan faceva ritorno alla brughiera dopo un incipit africano) dal quale lo sottrae però presto per ricollocarlo nel suo habitat naturale. Nonostante il folto cast (oltre ai protagonisti, si annoverano anche Samuel L. Jackson, John Hurt e Ben Chaplin), il film non si discosta mai dagli intenti di far fracasso con una miriade di effetti speciali e scene d’azione affettate e ostinatamente ricercate. Il muscolosissimo Skarsgård penzola dalle liane, fa a botte coi gorilla e sgomina interi battaglioni di nemici senza preoccuparsi di cambiare espressione, Waltz, nei panni del solito villain beffardo e senza cuore, offre una caricatura di se stesso francamente insopportabile e la Robbie non si distingue certo per intensità. Anche la magniloquenza delle scene d’azione, specie quelle con protagonisti gli animali, sono troppo penalizzate da un uso insistito della CGI non sempre ben amalgamata. La sceneggiatura è sempliciotta e si risolve con una punizione dei cattivi un po’ ridicola: Yates (regista di ben quattro capitoli della saga di Harry Potter) non imprime nessun particolare marchio di fabbrica, se non, forse, una fotografia cupa e bluastra che però non serve a nobilitare il prodotto. Un blockbuster trascurabile.
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