Un presentatore presuntuoso (Maurizio Micheli) propone uno spettacolo con l'idea di rendere visiva la musica suonata da un'improbabile orchestra di anziane signore, tramite i disegni di un animatore (Maurizio Nichetti) sul palco. Ogni brano ha un'ambientazione e tratta una tematica diversa. Il disegnatore, sempre più vessato dal direttore d'orchestra (Néstor Garay), troverà la soluzione per sfuggire all'uomo e trovare l'amore.

Ispirandosi dichiaratamente a Fantasia (1940) di Walt Disney, Bruno Bozzetto prova a misurarsi con la sinestesia adottando un punto di vista inedito rispetto a quello dell'illustre predecessore. I brani vengono illustrati sullo schermo con toni diversi, ora favolistici, ora malinconici, ora di analisi del mondo. Insieme all'originalità tipica dell'autore, non mancano le caratteristiche peculiari della sua poetica: l'ironia, la narrazione e la critica di costume (il consumismo, i disastri ambientali, i totalitarismi e l'alienazione). Il regista milanese fonde la realtà data dall'ambientazione orchestrale, con la fantasia dell'animazione e, per creare maggior contrasto, sceglie di girare le immagini dal vivo, ricche di gag, in bianco e nero, mentre le scene disegnate sono colorate. Il racconto del micio nel Valzer triste di Jean Sibelius è ispirato a un fatto realmente accaduto al regista, il cui gatto era tornato alle rovine della casa in cui Bozzetto abitava prima di un trasloco. David di Donatello speciale nel 1978.
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