1974. Samuel Byck (Sean Penn) è un uomo alla deriva: separato dalla moglie (Naomi Watts), ha pessimi rapporti con il fratello (Michael Wincott), stenta a raggiungere una qualche stabilità in ambito lavorativo e necessita urgentemente di un prestito che gli viene puntualmente negato dalla banca. Scivolato nella follia completa, si convincerà che l’unica soluzione sia quella di uccidere il presidente Richard Nixon.



Esordio alla regia per Niels Mueller che, nel ricreare il clima politico e sociale di metà anni Settanta, risulta eccessivamente superficiale: in fin dei conti, si tratta pur sempre di un periodo in cui paranoia e atteggiamenti politici schizofrenici avevano prodotto film come La conversazione (1974) di Francis Ford Coppola e Taxi Driver (1976) di Martin Scorsese. Accantonata ogni velleità autoriale (tra l’altro inesistente), Mueller si affida quindi all’estro recitativo del buon Sean Penn, efficace come (quasi) sempre ma incapace di poter salvare un’operazione tanto pedestre e inconsistente. Fotografia di Emmanuel Lubezki, produce Alfonso Cuarón. Presentato nella sezione Un Certain Regard al 57º Festival di Cannes.
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