Un bacio romantico
My Blueberry Nights
Durata
95
Formato
Regista
Delusa dalla fine di un grande amore, Elizabeth (Norah Jones) si rifugia in una tavola calda, dove trova consolazione nelle delizie di una torta al mirtillo e nelle chiacchierate con l'affascinante Jeremy (Jude Law). Sembra l'inizio di un idillio tra i due, ma prima Elizabeth dovrà compiere un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti, in cerca di se stessa.
Dopo il successo mondiale di In the Mood for Love (2000) e 2046 (2004), il cinema di Wong Kar Wai, da puro oggetto cinefilo, diventa vero e proprio simbolo di coolness e stile autoriale (tanto che il regista è chiamato a realizzare molti spot pubblicitari). Ecco quindi, inevitabile, la prima trasferta internazione in una co-produzione euroasiatica interamente girata in Usa, con un cast di stelle di Hollywood e, per la prima volta in veste di attrice, la popstar Norah Jones. Come per Wim Wenders in Paris, Texas (1984) e per Paolo Sorrentino in This Must Be The Place (2011), è troppo forte la tentazione di dare la propria versione di un genere tipicamente americano come il road movie. Accarezzato da una colonna sonora strepitosa che mescola Otis Redding, Cat Power, Ry Cooder, la stessa Jones e perfino un'autocitazione del tema di In the Mood for Love, è un prodotto di indubbio fascino visivo. Sotto la confezione però c'è poca sostanza, l'immaginario del regista hongkonghese è qui troppo scollato dal cinema occidentale per restituire la stessa spontaneità presente nei suoi film cantonesi. I continui ralenti – marchio di fabbrica del regista – in questo caso finiscono per risultare pedanti. Terribile il titolo italiano.
Dopo il successo mondiale di In the Mood for Love (2000) e 2046 (2004), il cinema di Wong Kar Wai, da puro oggetto cinefilo, diventa vero e proprio simbolo di coolness e stile autoriale (tanto che il regista è chiamato a realizzare molti spot pubblicitari). Ecco quindi, inevitabile, la prima trasferta internazione in una co-produzione euroasiatica interamente girata in Usa, con un cast di stelle di Hollywood e, per la prima volta in veste di attrice, la popstar Norah Jones. Come per Wim Wenders in Paris, Texas (1984) e per Paolo Sorrentino in This Must Be The Place (2011), è troppo forte la tentazione di dare la propria versione di un genere tipicamente americano come il road movie. Accarezzato da una colonna sonora strepitosa che mescola Otis Redding, Cat Power, Ry Cooder, la stessa Jones e perfino un'autocitazione del tema di In the Mood for Love, è un prodotto di indubbio fascino visivo. Sotto la confezione però c'è poca sostanza, l'immaginario del regista hongkonghese è qui troppo scollato dal cinema occidentale per restituire la stessa spontaneità presente nei suoi film cantonesi. I continui ralenti – marchio di fabbrica del regista – in questo caso finiscono per risultare pedanti. Terribile il titolo italiano.