2046
2046
Durata
129
Formato
Regista
Nel 1966, Chow (Tony Leung Chiu Wai) lascia Singapore e Su Li-zhen (Gong Li) per tornare a Hong Kong e condurre una vita libertina e sregolata. L'amore con Bai Ling (Zhang Ziyi), l'amicizia con Wang Jing-wen (Faye Wong) e il ricordo mai sopito del suo grande amore perduto (Maggie Cheung) sono riversati in un romanzo di fantascienza intitolato 2046.
In the Mood for Love (2000), probabilmente il primo cult del nuovo millennio, azzera in un certo senso la carriera di Wong Kar Wai, da allora costretto a confrontarsi continuamente con il suo massimo capolavoro. Ce ne regala un sequel che è l'antitesi del film precedente: se In the Mood for Love si muove in sottrazione, 2046è una densa sinfonia baroccheggiante che rovescia il personaggio di Chow, moltiplica le figure femminili e i momenti erotici (forse mai così espliciti nel cinema di Wong) e frantuma la narrazione, disgregando spesso la linea temporale e intrecciando la realtà con la visionaria dimensione futuristica creata dalla penna del protagonista. È senz'altro il trionfo del manierismo wonghiano all'ennesima potenza: ma la bellezza mozzafiato dei suoi frame pieni di colori, curve e sguardi, la poesia che traspare dai personaggi imprigionati nei propri ricordi e la sua amara allegoria politica (il 2046 è anche l'ultimo anno di “libertà” di Hong Kong prima del definitivo passaggio alla Cina) rendono l'opera un'esperienza unica e vibrante. Cast in splendida forma, a partire dal protagonista Tony Leung Chiu Wai.
In the Mood for Love (2000), probabilmente il primo cult del nuovo millennio, azzera in un certo senso la carriera di Wong Kar Wai, da allora costretto a confrontarsi continuamente con il suo massimo capolavoro. Ce ne regala un sequel che è l'antitesi del film precedente: se In the Mood for Love si muove in sottrazione, 2046è una densa sinfonia baroccheggiante che rovescia il personaggio di Chow, moltiplica le figure femminili e i momenti erotici (forse mai così espliciti nel cinema di Wong) e frantuma la narrazione, disgregando spesso la linea temporale e intrecciando la realtà con la visionaria dimensione futuristica creata dalla penna del protagonista. È senz'altro il trionfo del manierismo wonghiano all'ennesima potenza: ma la bellezza mozzafiato dei suoi frame pieni di colori, curve e sguardi, la poesia che traspare dai personaggi imprigionati nei propri ricordi e la sua amara allegoria politica (il 2046 è anche l'ultimo anno di “libertà” di Hong Kong prima del definitivo passaggio alla Cina) rendono l'opera un'esperienza unica e vibrante. Cast in splendida forma, a partire dal protagonista Tony Leung Chiu Wai.