Biancaneve
Mirror Mirror
Durata
106
Formato
Regista
La storia è quella celebre di Biancaneve (Lily Collins), raccontata in chiave giocosa e con qualche importante cambiamento nell'intreccio e nella caratterizzazione dei personaggi.
Allegra e piacevole variazione sul tema delle rivisitazioni in live action dei grandi classici Disney, nel complesso meno dissacrante di quanto avrebbe potuto e di quanto traspare in certi momenti. La fiaba non è seguita con fedeltà, ma vengono cambiati aspetti importanti della narrazione e dei personaggi: a differenza di altri remake, più cupi, si prediligono toni da commedia sofisticata, ma con fugaci occhiate alla tradizione screwball. Le trovate, comiche e scenografiche, riescono a corrente alternata, ma quelle che funzionano denotano brillantezza: dalla causticità della regina malvagia – una Julia Roberts a suo agio – a invenzioni come lo “Specchio delle mie brame” dall'evidente antipatia nei confronti della regina stessa, o ai sette nani banditi. Il punto debole è proprio Biancaneve, il personaggio meno carismatico e incisivo. Rimane l'amara sensazione che si sarebbe potuto fare di più, soprattutto accelerando sul pedale della “follia”.
Allegra e piacevole variazione sul tema delle rivisitazioni in live action dei grandi classici Disney, nel complesso meno dissacrante di quanto avrebbe potuto e di quanto traspare in certi momenti. La fiaba non è seguita con fedeltà, ma vengono cambiati aspetti importanti della narrazione e dei personaggi: a differenza di altri remake, più cupi, si prediligono toni da commedia sofisticata, ma con fugaci occhiate alla tradizione screwball. Le trovate, comiche e scenografiche, riescono a corrente alternata, ma quelle che funzionano denotano brillantezza: dalla causticità della regina malvagia – una Julia Roberts a suo agio – a invenzioni come lo “Specchio delle mie brame” dall'evidente antipatia nei confronti della regina stessa, o ai sette nani banditi. Il punto debole è proprio Biancaneve, il personaggio meno carismatico e incisivo. Rimane l'amara sensazione che si sarebbe potuto fare di più, soprattutto accelerando sul pedale della “follia”.