Billy (Jamie Bell) è un ragazzino che vive a Durham con la nonna malata (Jean Heywood), il padre (Gary Lewis) e il fratello maggiore (Jamie Draven), entrambi minatori coinvolti nei duri scioperi inglesi del 1984. Il genitore vorrebbe avviarlo alla strada della boxe, ma Billy scopre un'innata passione per la danza che cercherà a tutti i costi di soddisfare, lottando contro i pregiudizi sociali e dei propri familiari.

Ispirato alle vere vicende di Philip Mosley (ballerino del Royal Ballet di Londra), Billy Elliot ha il pregio di riuscire a trasmettere fin da subito la passione crescente nel protagonista come motivo di speranza e gratificazione individuale. La pellicola risulta emozionante, a tratti ironica ed è sorretta da una colonna sonora punk-rock notevole. Da segnalare la sequenza in cui Billy, dopo aver assistito a una discussione tra Mrs. Wilkinson e il padre, esprime la sua ribellione ballando fino allo sfinimento per le strade di Durham sulle note di A Town Called Malice dei Pearl Jam. Il film vuole denunciare l'ancora attuale pregiudizio della danza classica come attività a dominanza femminile e ha il giusto mordente anche in questo senso, seppur non manchino alcuni passaggi troppo furbi che calcano un po' troppo la mano e scivolano in una retorica di cattivo gusto. Fortunatamente sono momenti isolati all'interno di un prodotto godibile e scorrevole, un feel-good movie riuscito che cresce alla distanza e regala più di un momento emozionante. 
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