Il giovane Tim (Barry Watson) assiste all'uccisione del padre per mano di un misterioso spirito maligno da lui identificato come l'Uomo Nero. Anni dopo, in seguito alla morte della madre (Lucy Lawless), dovrà affrontare i suoi incubi peggiori: a sostenerlo, l'amica d'infanzia Kate (Emily Deschanel).

Horror di stampo psicanalitico sulle paure ancestrali dell'essere umano. Il regista Stephen Kay prova a giocare sul mistero (connaturato al buio che terrorizza il protagonista) e sul non detto, spingendo il pedale della tensione e dell'attesa; ma la sceneggiatura (firmata da Eric Kripke, Juliet Snowden e Stiles White) è troppo confusa e non riesce a trasmettere reale angoscia. Decisamente scialbo e monoespressivo Barry Watson, la cui performance non aiuta certo il film; alcuni momenti, in ogni caso, colpiscono nel segno (il cortocircuito spazio-temporale in cui collassa Tim, girato con buon piglio tecnico) ed è apprezzabile la scelta di rinunciare a effettacci gore. Prodotto da Sam Raimi e Robert Tapert; musiche di Joseph LoDuca. Con due seguiti: Boogeyman 2 – Il ritorno dell'uomo nero (2007) di Jeff Betancourt e Boogeyman 3 (2008) di Gary Jones.
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