Il solitario Stanley Webber (Robert Shaw) vive in una squallida pensione sul mare ed è continuamente molestato dai proprietari Meg (Dandy Nichols) e Pete (Moultrie Kelsall). L'arrivo di Nat Goldberg (Sydney Tafler) e Shamus McCann (Patrick Magee), maligni e misteriosi persecutori, rappresenterà per l'uomo l'inizio di un incubo.

William Friedkin, al suo secondo lungometraggio, adatta The Birthday Party (1957) di Harold Pinter (anche sceneggiatore), mirando ambiziosamente a mettere in scena l'assurdo (strettamente connaturato al quotidiano) e la putrescenza (interiore ed esteriore) dell'essere umano. Inserti grotteschi funzionali allo straniamento, buon utilizzo degli spazi (gli interni claustrofobici, opprimenti e alienanti, scanditi da ritualità che aumentano l'angoscia) e una mirabile direzione d'attori (straordinaria Dandy Nichols); ma l'eccessiva verbosità (i continui e serrati dialoghi, seppur significativi e calzanti, finiscono per snervare lo spettatore) e la probante durata rappresentano dei limiti consistenti. In ogni caso, un tentativo coraggioso di visualizzare le non facili ossessioni pinteriane. Notevole performance di Robert Shaw. Fotografia di Denys N. Coop.
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