Il cappotto di Astrakan
Durata
105
Formato
Regista
Luino. Piero (Johnny Dorelli), dopo aver vinto un torneo di biliardo con gli amici, parte per un viaggio di piacere a Parigi: tra incidenti e disavventure, trova alloggio presso l'abitazione della signora Lenormand (Andréa Ferréol) e subisce il fascino della bellissima Valentine (Carole Bouquet). Ben presto scoprirà che le due donne hanno un segreto in comune.
Basato sull'omonimo romanzo di Piero Chiara, il film è un interessante tentativo di unire commedia e ambizioni letterarie, rimanendo però a un livello troppo superficiale. Lo spunto iniziale di buona suggestione, tra ricordi e fantasmatiche presenze, sfuma poi in una storia sentimentale che non riesce a restituire la complessità della pagina scritta. L'anima farsesca (gli sketch con il gatto, i litigi risolti a schiaffoni, la mimica comica di Johnny Dorelli) spesso stride con l'aura di mistero e velato erotismo che pervade il film. Basata sul tema del doppio (passato/presente, le copie dei quadri, le due donne), la pellicola offre una riuscita satira sulle abitudini dei francesi e sui luoghi comuni per cui sono conosciuti gli italiani all'estero. La concatenazione surreale di coincidenze, equivoci e segreti è resa credibile dalla buona prova di Dorelli e, soprattutto, di Andréa Ferréol. Carole Bouquet è più espressiva quando si spoglia che quando prova a recitare. Confezione di pregio (fotografia di Ennio Guarnieri, scenografia di Andrea Crisanti e colonna sonora di Bruno Nicolai) e bella ambientazione parigina.
Basato sull'omonimo romanzo di Piero Chiara, il film è un interessante tentativo di unire commedia e ambizioni letterarie, rimanendo però a un livello troppo superficiale. Lo spunto iniziale di buona suggestione, tra ricordi e fantasmatiche presenze, sfuma poi in una storia sentimentale che non riesce a restituire la complessità della pagina scritta. L'anima farsesca (gli sketch con il gatto, i litigi risolti a schiaffoni, la mimica comica di Johnny Dorelli) spesso stride con l'aura di mistero e velato erotismo che pervade il film. Basata sul tema del doppio (passato/presente, le copie dei quadri, le due donne), la pellicola offre una riuscita satira sulle abitudini dei francesi e sui luoghi comuni per cui sono conosciuti gli italiani all'estero. La concatenazione surreale di coincidenze, equivoci e segreti è resa credibile dalla buona prova di Dorelli e, soprattutto, di Andréa Ferréol. Carole Bouquet è più espressiva quando si spoglia che quando prova a recitare. Confezione di pregio (fotografia di Ennio Guarnieri, scenografia di Andrea Crisanti e colonna sonora di Bruno Nicolai) e bella ambientazione parigina.