I cavalieri dalle lunghe ombre

Missouri, 1866. Finita la Guerra di secessione, Jesse James (James Keach) si guadagna da vivere assaltando treni e rapinando banche a capo di una banda composta dal fratello Frank (Stacey Keach), dagli Younger (David, Robert e Keith Carradine) e dai Miller (Dennis e Randy Quaid).

Epopea che contamina il western crepuscolare (nell'anno in cui uscì anche I cancelli del cielo di Michael Cimino) con l'action movie attraverso un approccio spiccio senza fronzoli, spostando l'azione dalla giungla metropolitana alle ampie distese di un incontaminato Missouri, I cavalieri dalle lunghe ombre rappresenta una storia dove l'amicizia virile, i legami di sangue, le sanguinose rapine e i malfamati bordelli costituiscono il solido corredo che identifica un genere al suo canto del cigno (esemplificato dalla fine del mito di Jesse James, tutt'altro che spettacolare). Evidenti i debiti con il cinema di Sam Peckinpah, nella stilizzata violenza delle sparatorie riprese al ralenti e nello spirito antieroico. Regia eccellente, nonostante qualche virtuosismo di troppo e suggestive musiche di Ry Cooder. Per garantire una maggiore coerenza e credibilità, gli attori sono reali fratelli come i personaggi che interpretano.