I guerrieri della palude silenziosa

Proveniente da El Paso, Hardin (Powers Boothe) si unisce alla guardia nazionale della Louisiana per un'esercitazione con munizioni a salve in mezzo alle paludi. Quando un commilitone spara per spaventare dei bracconieri cajun, questi reagiscono con armi e trappole vere, dando inizio a una caccia all'uomo che ben presto mette allo scoperto anche l'odio tra i compagni d'armi. Il gruppo riesce a far prigioniero un cacciatore senza un braccio (Brion James) ed elegge Spencer (Keith Carradine) come nuovo capo, ma saranno in pochi a salvarsi.

Il titolo originale allude beffardamente al comfort del Sud, popolato da “indigeni” francofoni completamente estranei al resto della società, quello italiano sfrutta la popolarità di I guerrieri della notte (1979) con il quale ha in effetti punti di contatto. Hill è però capace di reinventarsi e, anche se non regala nulla di inedito, confeziona un prodotto senza sbavature che ha poco da invidiare a film realizzati con budget ben più sostanziosi. Qualche lungaggine nei dialoghi è giustificata dalla volontà di delineare i caratteri. La sgradevolezza di quasi tutti i militari (peraltro incompetenti) rende difficile schierarsi con loro contro un nemico semi-invisibile, che diventa però avversario agghiacciante quando fa sfogo di indifferenza. Mirabile in questo senso il finale, con il villaggio che canta e balla (su musiche di Ry Cooder) mentre i cacciatori cercano di sterminare i soldati superstiti. Come di consueto nelle sue prime opere, il regista partecipa alla sceneggiatura di Michael Kane con David Giller.