Cheatin'
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Durata
76
Formato
Regista
Ella e Jake si incontrano in una giostra di autoscontro e si innamorano all’istante. Una donna invidiosa convince Jake che Ella lo tradisce, e lui per ripicca inizia ad andare a letto con una gran varietà di donne.
Dopo il convincente Idiots and angels, Plympton ha capito che quella è la strada vincente e dirige un film forse ancora migliore del precedente: il regista riconferma l’abbandono dei dialoghi e delle scelte estetiche più gratuite per dirigere un lungometraggio dalla regia elegante e dal messaggio non banale, nonostante qualche didascalismo di troppo si potesse evitare. L’assenza di dialoghi diventa anche sintomo dell’incapacità di comunicazione dei due protagonisti, innamorati e feriti, e la deviazione paranormale dell’ultima parte del film, così come tutti gli elementi più sperimentali a livello visivo, concorrono in maniera abbastanza coerente con l’estetica della pellicola, senza il rischio di sembrare un’accozzaglia di gag come a volte il cinema precedente del regista dava l’impressione di essere. Seppur con qualche scena meno riuscita di altre, il film diverte ed emoziona, grazie anche a una trama solida e a immagini capaci di imprimersi efficacemente nella memoria. Il risultato è l'opera più equilibrata di Plympton che, pur mantenendo tutte le caratteristiche personali che lo hanno reso una voce imprescindibile nel panorama dell’animazione indipendente, sa anche quando fermarsi per non sfociare nel grottesco immotivato. Un resoconto feroce della vita di coppia dell’epoca contemporanea, che però termina con un lieto fine che dona speranza in seguito a un’operazione che fa mettere, letteralmente, la protagonista in panni altrui. Notevole. Tra le belle musiche della colonna sonora, anche Your face, protagonista del corto omonimo con cui Plympton venne nominato agli Oscar nel 1988.
Dopo il convincente Idiots and angels, Plympton ha capito che quella è la strada vincente e dirige un film forse ancora migliore del precedente: il regista riconferma l’abbandono dei dialoghi e delle scelte estetiche più gratuite per dirigere un lungometraggio dalla regia elegante e dal messaggio non banale, nonostante qualche didascalismo di troppo si potesse evitare. L’assenza di dialoghi diventa anche sintomo dell’incapacità di comunicazione dei due protagonisti, innamorati e feriti, e la deviazione paranormale dell’ultima parte del film, così come tutti gli elementi più sperimentali a livello visivo, concorrono in maniera abbastanza coerente con l’estetica della pellicola, senza il rischio di sembrare un’accozzaglia di gag come a volte il cinema precedente del regista dava l’impressione di essere. Seppur con qualche scena meno riuscita di altre, il film diverte ed emoziona, grazie anche a una trama solida e a immagini capaci di imprimersi efficacemente nella memoria. Il risultato è l'opera più equilibrata di Plympton che, pur mantenendo tutte le caratteristiche personali che lo hanno reso una voce imprescindibile nel panorama dell’animazione indipendente, sa anche quando fermarsi per non sfociare nel grottesco immotivato. Un resoconto feroce della vita di coppia dell’epoca contemporanea, che però termina con un lieto fine che dona speranza in seguito a un’operazione che fa mettere, letteralmente, la protagonista in panni altrui. Notevole. Tra le belle musiche della colonna sonora, anche Your face, protagonista del corto omonimo con cui Plympton venne nominato agli Oscar nel 1988.