Dante (Brian O'Halloran) ha ventidue anni e lavora come commesso in un drugstore. Nel videonoleggio accanto lavora il suo amico Randal (Jeff Anderson) e i due passano molto tempo chiacchierando della vita tra un cliente bizzarro e l'altro.

Opera prima di Kevin Smith e in assoluto uno dei lavori migliori della sua mediocre carriera. Girato in bianco e nero con un budget ridicolo e sfruttando le location dove il regista lavorava veramente, è un inno autoreferenziale, ma tutto sommato fresco e simpatico, al mondo giovanile nerd e cinefilo degli anni Novanta, quello che diede i natali (professionalmente parlando) a un certo Quentin Tarantino, ex commesso in un videonoleggio. E proprio come in molte sequenze tarantiniane, è il dialogo a prevalere sull'azione, spesso con qualche pecca di ridondanza e autocommiserazione. Indubbiamente troppo ambizioso, inoltre, è anche l'intento di rifarsi alla Divina Commedia, dividendo la pellicola in nove episodi corrispondenti ad altrettanti gironi. In mezzo a tanti pregi e altrettanti difetti, il risultato è un discreto ritratto di una gioventù perdente e molto lontana dal sogno americano, che puntando sull'identificazione immediata dettata dal realismo ha avuto molto (troppo?) successo diventando un piccolo cult. I personaggi di Jay & Silent Bob (Jason Mewes e Kevin Smith) compaiono qui per la prima volta.
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