Dans la ville blanche
Dans la ville blanche
Durata
108
Formato
Regista
Paul (Bruno Ganz), marinaio svizzero, abbandona la nave dove lavora e vaga per Lisbona. Incontra Rosa (Teresa Madruga), ma non dimentica di mantenere la corrispondenza con Élisa (Julia Vonderlinn), che lo aspetta in Svizzera.
Film sull’alienazione urbana e la ricerca di sé, e sull’amore come uno degli unici punti di riferimento per chi non sa più che direzione prendere per dare la giusta svolta alla propria esistenza. Il protagonista è perso tra due vite, due donne e una moltitudine di lingue diverse, che non fanno che aumentare in lui la confusione e l’indecisione. Alain Tanner si riconferma elegantissimo nel gestire la messa in scena, aiutato dalla bella fotografia di Acácio de Almeida, dalla splendida colonna sonora jazz e dall’alternanza della pellicola 35mm con immagini mute e riprese da una camera a mano in super8 che riportano una Lisbona intima e ben lontana da un anonimo effetto cartolina. Anche la sceneggiatura (sempre ad opera di Tanner) si dimostra curata a dovere. Un’unica nota da farsi ai dialoghi: intellettuali e volutamente anti-realistici, a tratti affascinano e a tratti mostrano invece la corda. Comunque, il ritmo contemplativo sa essere ipnotico e le interpretazioni dei tre personaggi principali restano impresse.
Film sull’alienazione urbana e la ricerca di sé, e sull’amore come uno degli unici punti di riferimento per chi non sa più che direzione prendere per dare la giusta svolta alla propria esistenza. Il protagonista è perso tra due vite, due donne e una moltitudine di lingue diverse, che non fanno che aumentare in lui la confusione e l’indecisione. Alain Tanner si riconferma elegantissimo nel gestire la messa in scena, aiutato dalla bella fotografia di Acácio de Almeida, dalla splendida colonna sonora jazz e dall’alternanza della pellicola 35mm con immagini mute e riprese da una camera a mano in super8 che riportano una Lisbona intima e ben lontana da un anonimo effetto cartolina. Anche la sceneggiatura (sempre ad opera di Tanner) si dimostra curata a dovere. Un’unica nota da farsi ai dialoghi: intellettuali e volutamente anti-realistici, a tratti affascinano e a tratti mostrano invece la corda. Comunque, il ritmo contemplativo sa essere ipnotico e le interpretazioni dei tre personaggi principali restano impresse.