Il domestico
Durata
94
Formato
Regista
Dedito al servilismo più sfrenato, il maggiordomo Rosario detto Sasà (Lando Buzzanca) inizia la sua “carriera” come attendente del generale Badoglio: lavorerà nelle case di bizzarri personaggi, complice e immune ai cambiamenti politici e sociali, ma il destino gli riserverà sgradite sorprese.
Commedia, diretta da Luigi Filippo D'amico, sulle poche virtù e molte meschinità del Belpaese, costruita ad hoc per la limitata verve interpretativa di Lando Buzzanca. Il protagonista, complice silenzioso delle ipocrisie alto-borghesi e ignaro, nonché disinteressato, osservatore dei mutamenti che avvengono intorno a lui, sfiora la storia come un sonnambulo («Un buon domestico non ha nemici, ma solo padroni»), elevandosi a tragicomica metafora dell'ottusità che (troppo) spesso contraddistingue l'italiano medio. La materia di base è interessante, ma gli spunti di satira sociale rimangono irrisolti, annegando in una comicità puerile e in uno sviluppo maldestro. Gag sfilacciate e tirate per le lunghe; alcune sequenze, comunque, colpiscono nel segno (il pranzo del produttore cinematografico Salvatore Sperato alias Enzo Cannavale, disturbante fiera di becera volgarità). Arnoldo Foà è Ambrogio Perigatti, Femi Benussi è Lola Mandragali; cameo di Luciano Salce (il regista). Soggetto e sceneggiatura di Sandro Continenza e Raimondo Vianello, musiche di Piero Umiliani.
Commedia, diretta da Luigi Filippo D'amico, sulle poche virtù e molte meschinità del Belpaese, costruita ad hoc per la limitata verve interpretativa di Lando Buzzanca. Il protagonista, complice silenzioso delle ipocrisie alto-borghesi e ignaro, nonché disinteressato, osservatore dei mutamenti che avvengono intorno a lui, sfiora la storia come un sonnambulo («Un buon domestico non ha nemici, ma solo padroni»), elevandosi a tragicomica metafora dell'ottusità che (troppo) spesso contraddistingue l'italiano medio. La materia di base è interessante, ma gli spunti di satira sociale rimangono irrisolti, annegando in una comicità puerile e in uno sviluppo maldestro. Gag sfilacciate e tirate per le lunghe; alcune sequenze, comunque, colpiscono nel segno (il pranzo del produttore cinematografico Salvatore Sperato alias Enzo Cannavale, disturbante fiera di becera volgarità). Arnoldo Foà è Ambrogio Perigatti, Femi Benussi è Lola Mandragali; cameo di Luciano Salce (il regista). Soggetto e sceneggiatura di Sandro Continenza e Raimondo Vianello, musiche di Piero Umiliani.