Lazybones
Lazybones
Durata
80
Formato
Regista
Steve Tuttle (Buck Jones), soprannominato Lazybones (che in inglese significa “pigrone"), si troverà per una serie di tragici eventi a badare a una ragazza di nome Kit (Madge Bellamy). Dopo molti anni, di ritorno dalla Prima guerra mondiale, Steve scoprirà di essere innamorato della ormai cresciuta fanciulla.
Dopo aver militato a lungo nella gavetta dirigendo cortometraggi e molte altre pellicole, Frank Bornage ha maturato tutta l'esperienza necessaria per firmare un film drammatico di questa portata. Lazybones, infatti, è un progetto altamente rischioso, ricco di insidie, basato su una trama piuttosto esile e ostacolato dall'impossibilità di utilizzare dialoghi (siamo ancora ai tempi del cinema muto): il regista tuttavia vince a pieni voti la sfida realizzando un'opera solidissima, emozionante e capace di sfruttare il cinema come macchina comunicativa indistruttibile, senza divagazioni o dispersioni d'alcun tipo. Il tema è scottante (soprattutto per l'epoca in cui il film trovò il buio delle sale), ma il cineasta riesce a raccontare il tutto con un tatto e una sensibilità sorprendenti, senza mai ricattare lo spettatore con scelte furbe o retoriche e componendo un inno all'amore che riesce a rendere entusiasmanti anche l'ingenuità e la genuinità. Da riscoprire.
Dopo aver militato a lungo nella gavetta dirigendo cortometraggi e molte altre pellicole, Frank Bornage ha maturato tutta l'esperienza necessaria per firmare un film drammatico di questa portata. Lazybones, infatti, è un progetto altamente rischioso, ricco di insidie, basato su una trama piuttosto esile e ostacolato dall'impossibilità di utilizzare dialoghi (siamo ancora ai tempi del cinema muto): il regista tuttavia vince a pieni voti la sfida realizzando un'opera solidissima, emozionante e capace di sfruttare il cinema come macchina comunicativa indistruttibile, senza divagazioni o dispersioni d'alcun tipo. Il tema è scottante (soprattutto per l'epoca in cui il film trovò il buio delle sale), ma il cineasta riesce a raccontare il tutto con un tatto e una sensibilità sorprendenti, senza mai ricattare lo spettatore con scelte furbe o retoriche e componendo un inno all'amore che riesce a rendere entusiasmanti anche l'ingenuità e la genuinità. Da riscoprire.