Per fermare una banda di spregiudicati rapinatori viene coinvolta la segretissima S.U. (Surveillance Unit). Il capo dell'unità (Simon Yam) e la recluta più giovane (Kate Tsui) riescono, attraverso filmati e riprese di telecamere a circuito chiuso, a ricostruire i movimenti di uno dei malviventi. E la caccia ha inizio.

Conosciuto per aver contribuito alle sceneggiature di alcuni dei principali film di Johnnie To, come PTU (2003) o i due Election (2005 e 2006), Yau Nai-Hoi esordisce dietro la macchina da presa con questa interessante pellicola. La pellicola è un noir di scuola Milkyway (e si vede fin dai primi tesissimi minuti), atipico perché la caccia ai rapinatori condotta dall'Unità di Sorveglianza avviene unicamente attraverso pedinamenti e riprese da telecamere. Partendo dall'assunto che al giorno d'oggi ogni singolo attimo della nostra vita può essere ripreso e registrato, il regista di Hong Kong gioca efficacemente con il valore duplice delle immagini e lo sguardo della macchina da presa si confonde con quello dei personaggi e degli impianti a circuito chiuso, sublimandosi fino a diventare esso stesso l'occhio nel cielo a cui fa riferimento il titolo. Didascalico soltanto in alcuni passaggi, è un esordio coinvolgente e riuscito. Uscito direttamente in home video, la pellicola raggiunse comunque il suolo italico nel 2007 durante la nona edizione del Far East Film Festival.
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