Favolacce
Durata
98
Formato
Regista
Nella provincia di Roma, le storie di un quartiere abitato da famiglie ormai disilluse e frustrate si intrecciano in una calda estate. I bambini osservano il comportamento dei loro genitori e si caricano di una tensione pronta a esplodere da un momento all'altro.
A due anni di distanza dal loro sorprendente film d'esordio (La terra dell'abbastanza), i gemelli Fabio e Damiano D'Innocenzo tornano alla regia con un lavoro ancor più convincente e incisivo. Favolacce è infatti la cartolina grottesca (ma non troppo) di una parte d’Italia sfatta e tenebrosa, in cui l'innocenza dello sguardo dei più piccoli si scontra inevitabilmente con la disillusione e la rassegnazione degli adulti. Avvalendosi di una struttura narrativa tanto semplice quanto funzionale, i registi basano il film su lunghissimi silenzi accompagnati da gesti di rara potenza scenica in grado di restituire la sensazione di un ambiente claustrofobico e stagnante, in cui i personaggi stentano a boccheggiare. La regia, ricca di trovate puntuali e indovinate nell'esteriorizzare un malessere taciuto ma covato da ognuno dei protagonisti, si incolla agli sguardi dei personaggi in una sorta di sfilata di volti e sensazioni di rara forza filmica in cui il dialogo generazionale, il senso di colpa e il coraggio di intraprendere scelte apparentemente assurde, ma probabilmente necessarie per porre fine all'incubo, sono indagati con tatto invidiabile. Buona la prova di tutti gli attori, ma a sorprendere sono soprattutto le interpretazioni dei più giovani. Presentato in concorso al Festival di Berlino 2020, dove ha meritatamente vinto il premio per la miglior sceneggiatura.