Abbandonato da Irma (Alida Valli), l'operaio Aldo (Steve Cochran) inizia un a vagabondare lungo le rive del Po insieme alla figlia avuta dalla compagna. In cerca di lavoro e di una nuova sistemazione incontra diverse donne, ma nessuna riesce a fargli dimenticare l'amore per Irma.

Titolo tra i meno celebri e celebrati del maestro romagnolo, è un importante film-cerniera nella sua produzione a cavallo tra anni '50 e ‘60. Rispetto agli ambienti e ai personaggi tipici del suo cinema introduce due significativi elementi di novità: il protagonista è un uomo e non appartiene all'alta borghesia ma è espressione del mondo operaio. Nonostante questi due peculiari tratti distintivi, il personaggio di Aldo è portatore delle stesse inquietudini esistenziali e dello stesso male di vivere colto da Antonioni più spesso nei personaggi femminili e in altri strati sociali. L'avanzamento del progresso industriale, processo strutturalmente connesso ai luoghi in cui si dipana il film, ormai uniforma nella stessa condizione di sofferenza interiore padroni e operai, uomini e donne. Grande protagonista di questo insolito road-movie dell'anima, senza centro e senza speranza, è il paesaggio rurale adulterato dallo sviluppo industriale lungo le rive del Po, luogo della memoria per il cineasta di Ferrara. Nonostante qualche leggero calo nella tensione narrativa, la pellicola conserva ancora oggi il suo fascino, grazie soprattutto ad alcune notevoli soluzioni di regia e alla splendida fotografia di Gianni Di Venanzo.
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