Al di là delle nuvole
Al di là delle nuvole
Durata
112
Formato
Regista
A Ferrara, Portofino, Parigi e Aix-en-Provence si ambientano quattro storie d'amore costrette a soccombere sotto il peso dell'incomunicabilità. Le racconta un regista in giro per l'Europa in cerca di luoghi ispiratori (John Malkovich).
Ultimo lungometraggio diretto da Michelangelo Antonioni, in stretta collaborazione con il tedesco Wim Wenders. Per il regista ferrarese rappresenta un'ulteriore, testamentaria, declinazione di temi da sempre centrali nel suo cinema: su tutti, l'impossibilità della comunicazione affettiva nell'epoca contemporanea. Tutte le quattro storie narrate si risolvono con un atto mancato, con la sottrazione di corpi, gesti, sguardi e parole alla piena espressione di una relazione amorosa. Non giovano alla sceneggiatura, tratta dal libro di Antonioni Quel bowling sul Tevere, alcuni eccessi poetici nei dialoghi scritti da Tonino Guerra e un ricorso piuttosto insistito a un erotismo di maniera. I passaggi migliori del film sono altrove, in particolare nei momenti di sospensione che raccordano le diverse storie, in cui la voce narrante di John Malkovich elabora riflessioni sul vedere e sul viaggiare caratteristiche del cinema di Wim Wenders. Nutrito il comparto di attori, tutti di buon livello. Elegante e ironico il cameo di due leggende del cinema come Marcello Mastroianni e Jeanne Moreau, impegnati in un'amabile dissertazione su copia e originale nell'arte.
Ultimo lungometraggio diretto da Michelangelo Antonioni, in stretta collaborazione con il tedesco Wim Wenders. Per il regista ferrarese rappresenta un'ulteriore, testamentaria, declinazione di temi da sempre centrali nel suo cinema: su tutti, l'impossibilità della comunicazione affettiva nell'epoca contemporanea. Tutte le quattro storie narrate si risolvono con un atto mancato, con la sottrazione di corpi, gesti, sguardi e parole alla piena espressione di una relazione amorosa. Non giovano alla sceneggiatura, tratta dal libro di Antonioni Quel bowling sul Tevere, alcuni eccessi poetici nei dialoghi scritti da Tonino Guerra e un ricorso piuttosto insistito a un erotismo di maniera. I passaggi migliori del film sono altrove, in particolare nei momenti di sospensione che raccordano le diverse storie, in cui la voce narrante di John Malkovich elabora riflessioni sul vedere e sul viaggiare caratteristiche del cinema di Wim Wenders. Nutrito il comparto di attori, tutti di buon livello. Elegante e ironico il cameo di due leggende del cinema come Marcello Mastroianni e Jeanne Moreau, impegnati in un'amabile dissertazione su copia e originale nell'arte.