Hors Satan
Hors Satan
Durata
110
Formato
Regista
Côte d'Opale, vicino Calais. Un ragazzo senza nome (David Deawale) deambula per le paludi e i campi della provincia francese, ogni tanto pregando, ogni tanto appiccando un fuoco. Lo avvicina la figlia di un fattore (Alexandra Lemâtre), che si prende cura del giovane e si unisce a lui nelle preghiere. Chi è il Dio che invocano?
Ancora un'opera “mistica” per Bruno Dumont, prima di virare verso l'autoparodia grottesca (e riuscita) con P'tit Quinquin (2014). La riflessione sulla religione iniziata dal regista transalpino con Hadewijch (2009) vieni qui portata a compimento, con la scoperta che la divinità invocata dai due protagonisti (simbolo dell'umanità tutta?) altro non è che il Diavolo in persona e che, dietro alla Fede, c'è sempre la pulsione animalesca dell'uomo verso il Male e la sopraffazione. I fan del regista lo hanno apprezzato a occhi chiusi, ma Hors Satan è il più cristallino esempio di cinema d'autore ingolfato, annodato su se stesso e che continua a ribattere testardamente strade già intraprese con presunzione dal regista francese. Le Fiandre solo molto belle e suggestive, il talento di Dumont nel far interagire i corpi degli attori con la natura rimane innegabile, ma l'operazione irrita e basta.
Ancora un'opera “mistica” per Bruno Dumont, prima di virare verso l'autoparodia grottesca (e riuscita) con P'tit Quinquin (2014). La riflessione sulla religione iniziata dal regista transalpino con Hadewijch (2009) vieni qui portata a compimento, con la scoperta che la divinità invocata dai due protagonisti (simbolo dell'umanità tutta?) altro non è che il Diavolo in persona e che, dietro alla Fede, c'è sempre la pulsione animalesca dell'uomo verso il Male e la sopraffazione. I fan del regista lo hanno apprezzato a occhi chiusi, ma Hors Satan è il più cristallino esempio di cinema d'autore ingolfato, annodato su se stesso e che continua a ribattere testardamente strade già intraprese con presunzione dal regista francese. Le Fiandre solo molto belle e suggestive, il talento di Dumont nel far interagire i corpi degli attori con la natura rimane innegabile, ma l'operazione irrita e basta.