Mentre una troupe inglese effettua le riprese de La duchessa di Amalfi, in un albergo situato sul Lido di Venezia si snodano le vicende di vari personaggi: una raffinata prostituta che riceve i clienti nella sua suite, un assassino a contratto (Andrea Di Stefano) con particolari inclinazione sessuali, un ex attore ridotto a fare da guida turistica (Julian Sands), un produttore di Holywood (David Schwimmer) e il suo regista (Rhys Ifans), una documentarista (Salma Hayek) e un'ambigua e curiosa cameriera (Valentina Cervi).

Proseguendo sulla scia del precedente Timecode (2000), Mike Figgis continua nella sua sperimentazione digitale, con le diverse storie dei personaggi rappresentate simultaneamente grazie a una divisione dello schermo in quattro parti. Il risultato è un'amalgama di vicende intrecciate senza molto criterio, in cui anche stili e generi subiscono una contaminazione reciproca incontrollata e spesso fastidiosa, che rende l'operazione oltremodo deludente, capace solo di ostentare pretenziosità a più livelli. Pessimo anche l'utilizzo di un cast di tutto rispetto, in buona parte italiano, dove l'unico a svettare è il gallese Rhys Ifans.
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