L'apprendimento sessuale di Nic (Jonathan Rhys-Meyers da adolescente, Julian Sands da adulto), un giovane filmmaker, attraverso diversi periodi della sua vita. Impegnato a girare un film nella Tunisia degli anni Cinquanta, vivrà esperienze estreme, che culmineranno nell'aberrazione dell'omicidio.

Sorta di rivisitazione post-moderna del mito di Adamo ed Eva, in cui l'elemento diabolico è costituito dalla gelosia a sfondo sessuale, dal tradimento e dal sentimento del possesso. Fa sicuramente parte dei film più sperimentali, e quindi, rischiosi, di Mike Figgis, che spesso alterna cadute di tono convenzionali e da grande pubblico a prodotti di difficile assimilazione: il riferimento più o meno esplicito sembra essere il Michelangelo Antonioni della trasferta americana, ma purtroppo l'estro artistico di La perdita dell'innocenza sembra esaurirsi subito dopo aver accennato i propri intenti, rendendo il film un prodotto pateticamente pretenzioso, nonché superfluo. Svogliate le prove di un cast da dimenticare. Musiche dello stesso regista.
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