Human
Human
Durata
190
Formato
Regista
Diverse storie e immagini del mondo, assemblate per dare un'idea globale del genere umano, attraverso testimonianze d’amore e felicità, ma anche odio e violenza.
Realizzata secondo due semplici ma precise linee stilistiche (quella dell’intervista in primo piano su sfondo neutro, alternata ad alcune inquadrature sorprendentemente ricercate e vivaci), l’opera fiume di Yann Arthus-Bertrand è un mosaico solido e potente, capace di colpire e far nascere riflessioni profonde, nonostante una costruzione narrativa elementare. L’essere umano è protagonista sin dal titolo, tutti i personaggi intervistati vengono posti sul medesimo piano, veicolando così il concetto di uguaglianza e azzerando le diversità in nome di una più generica e universale umanità insita in ogni individuo, ma sempre più spesso accantonata o lasciata da parte per via di divisioni politiche, religiose o razziali. Anche se ridondante e lievemente ripetitivo, il film lascia il segno (grazie anche alla forza evocativa delle immagini girate in tutto il pianeta) per la sua disarmante e genuina semplicità. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
Realizzata secondo due semplici ma precise linee stilistiche (quella dell’intervista in primo piano su sfondo neutro, alternata ad alcune inquadrature sorprendentemente ricercate e vivaci), l’opera fiume di Yann Arthus-Bertrand è un mosaico solido e potente, capace di colpire e far nascere riflessioni profonde, nonostante una costruzione narrativa elementare. L’essere umano è protagonista sin dal titolo, tutti i personaggi intervistati vengono posti sul medesimo piano, veicolando così il concetto di uguaglianza e azzerando le diversità in nome di una più generica e universale umanità insita in ogni individuo, ma sempre più spesso accantonata o lasciata da parte per via di divisioni politiche, religiose o razziali. Anche se ridondante e lievemente ripetitivo, il film lascia il segno (grazie anche alla forza evocativa delle immagini girate in tutto il pianeta) per la sua disarmante e genuina semplicità. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.