Lorenza (Carla Gravina), libraia separata con tre figli (Mauro e Monica Gravina, Massimiliano Ferendeles), decide di unirsi a un gruppo di rivoluzionari che pianifica attentati nelle fabbriche. Nel frattempo, il maggiore uccide i due fratelli: la donna prenderà una drastica decisione, facendosi travolgere dagli eventi.

Un film senza dubbio coraggioso, che Salvatore Samperi sceneggia con Dacia Maraini e che dirige un anno dopo Grazie zia (1968). Di quest'ultimo, però, vengono facilmente smarriti la cattiveria, il rigore, la vocazione alla contestazione. Con Cuore di mamma, il regista va alla ricerca di una serie di avvenimenti crudeli ed estenuanti, intrecciati alla reale lotta anti-borghese e anti-capitalista (si notino le importanti cornici riservate al gruppo dei rivoluzionari), senza però imprimere effettiva pertinenza al materiale raccontato. Carla Gravina è brava e molto bella, ma non regge sulle spalle la vicenda, né tantomeno il potenziale della pellicola. Rivoluzione, bombe nelle fabbriche, famiglia, infanti che uccidono altri infanti: Samperi mescola tutto, ma il risultato è troppo confuso per risultare davvero convincente. E di veramente eversivo non resta quasi nulla. Ambizioni interessanti, risultato incerto. Musiche di Ennio Morricone.
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