Introduzione all'antropologia

Erogotoshi-tachi yori: Jinruigaku nyūmon

Anno

Paese

Durata

128

Formato

Regista

Subu (Shichi Ozawa), di professione pornografo, vive ai margini della legge mentre cerca di accontentare i suoi clienti in qualsiasi richiesta. In famiglia le cose non vanno però molto bene: sua moglie (Sumiko Sakamoto), ad esempio, è malata di cuore ed è tormentata dallo spirito del primo marito che crede reincarnato in una carpa. Come se non bastasse Subu ha qualche problema anche con i figli della donna: se Koichi (Masaomi Kond) è in aperto contrasto con lui, Keiko (Keiko Sagawa), appena quindicenne, ha cominciato a corteggiarlo. La situazione è destinata a precipitare.

Tratto da un romanzo di Akiyuki Nosaka e classificabile molto liberamente come uno shomin-geki surreale, è per Imamura l'inizio di quella breve incursione nel territorio della sperimentazione metacinematografica che culminerà l'anno successivo nel poco noto Evaporazione dell'uomo (1967). Se è solo nei momenti finali (piuttosto posticci) che la vicenda rivela la sua natura di “film nel film”, sin dall'inizio Imamura sceglie un punto di vista da voyeur per seguire il suo protagonista. Non una semplice presa di distanza (che in ogni caso è sempre più emotiva che morale) bensì un tentativo di riflessione teorica: si spia attraverso porte, finestre, tende, oggetti (celebre l'inquadratura “impossibile” attraverso l'acquario), come un buco di serratura espanso e multiforme, con funzione comica ma anche spersonalizzante. Imamura riflette su se stesso e sul ruolo del regista mentre colloca lo spettatore in una condizione a metà fra il disagio e la curiosità morbosa. Nel ribaltamento di qualsiasi concezione moralistica, il protagonista diventa un eroe, un filantropo che aiuta una società repressa e irrigidita a liberarsi attraverso il sesso, a trovare un'esistenza autentica nel soddisfacimento delle pulsioni primordiali: solo contro tutti, osteggiato dal governo, dalla yakuza, dalla famiglia e dalla moralità comune non gli resterà che l'autoisolamento, al lavoro sulla costruzione di una donna di plastica, obbediente, silenziosa e “sempre vergine. Commedia grottesca o dramma tragico, fra indagine filosofica e analisi sociale si espande una narrazione disordinata ed eccessivamente macchinosa, costellata di schegge oniriche e priva di qualsiasi baricentro. Dietro il caos (comunque abilmente orchestrato), Imamura sorride sornione.
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