Idioti
Idioterne
Durata
117
Formato
Regista
Un gruppo di persone del ceto medio danese, capitanate dal dispotico Stoffer (Jens Albinus), vivono in una comune e passano le loro giornate facendo scherzi a ignare vittime, fingendo in pubblico di essere ritardati mentali. La mite Karen (Bodil Jørgensen), traumatizzata in seguito alla morte del figlio, si unisce a questa banda di buffoni e, seppure inizialmente riluttante, finisce per integrarsi e inizia a comportarsi da idiota per esorcizzare tutto il proprio disagio esistenziale.
Secondo film aderente al manifesto Dogma 95, dopo Festen (1998) di Thomas Vinterberg, ne sposa con coerenza i dettami estetici (camera a mano, niente colonna sonora extradiegetica, luci naturali e rimozione del nome del regista dai titoli di testa e di coda) per raccontare una vicenda in cui il confine tra finzione e realtà è labilissimo. I protagonisti liberano il loro idiota interiore e la messinscena della loro presunta stupidità dovrebbe funzionare come catarsi. A metà strada tra la burla perversa e la provocazione gratuita, un'operazione pretestuosa che mostra ben presto tutta la propria farraginosità. Così come quello dei suoi personaggi, anche il gioco di von Trier alla lunga stanca, diventa ripetitivo e dietro un'apparente facciata iconoclasta e d'indisponente sfida rivela la sua pochezza di fondo. Un film che cerca in maniera programmatica ed esasperante di essere profondo e sconvolgente, ma risulta al contrario fasullo, fumoso e del tutto innocuo. L'edizione italiana è stata mutilata di una serie di scene hard, ripristinate nella versione home video.
Secondo film aderente al manifesto Dogma 95, dopo Festen (1998) di Thomas Vinterberg, ne sposa con coerenza i dettami estetici (camera a mano, niente colonna sonora extradiegetica, luci naturali e rimozione del nome del regista dai titoli di testa e di coda) per raccontare una vicenda in cui il confine tra finzione e realtà è labilissimo. I protagonisti liberano il loro idiota interiore e la messinscena della loro presunta stupidità dovrebbe funzionare come catarsi. A metà strada tra la burla perversa e la provocazione gratuita, un'operazione pretestuosa che mostra ben presto tutta la propria farraginosità. Così come quello dei suoi personaggi, anche il gioco di von Trier alla lunga stanca, diventa ripetitivo e dietro un'apparente facciata iconoclasta e d'indisponente sfida rivela la sua pochezza di fondo. Un film che cerca in maniera programmatica ed esasperante di essere profondo e sconvolgente, ma risulta al contrario fasullo, fumoso e del tutto innocuo. L'edizione italiana è stata mutilata di una serie di scene hard, ripristinate nella versione home video.